English
YOU WON’T FIND ANYTHING STRANGE
I did not settle down with any fixed bed other than a dream.
I am still dreaming in dead languages.
I am still searching for the other in me, taking shelter in the pen.
I am still guided by dust when I walk in words.
Not everything that happens is a dream.
I don’t live all that I mean,
nor am I concerned about my vision.
I still attract looks,
for my star has yet to fade,
though I’ve wrapped myself up in departure.
My longing gives flight to light from a sparkling eye
blind to a dissonant melody in the morning.
My letter is proof that my voice, like my silence,
is on a borrowed path to lands conquered by photos.
Everything around me illuminates the night and day within me.
I saw my menstruation, but did not ask why.
My body is my meridian on the horizon.
And
when the truth
is stolen by a swift passage,
my eyes rest
or words get lost,
as if I’m praying
or translating from languages
I had never spoken before, except to my mother.
HOME
When your heart mistakes,
the road gets clearer.
My wound floods with no songs.
Whenever my core sings,
I wake up like a beast, then I apologize for the time.
This leaving is the error.
I’ll keep wandering until I get satisfied.
I’ll change the lone day hastily.
I’ll trade bass for high voice,
or vice versa;
my hunger will be bigger than my submission.
I’ll repeat – just as imagination got accustomed to my existence –
that each city I visit,
by mistake,
is Damascus.
I’ll lend my face forgettable features.
I’ll turn myself,
when leaving with no promises,
to many different Damascuses.
HOURS IN WAR
-
II. MISTAKE
Who was calling out for his sister or brother,
whose voice was cut short,
perhaps no other voice had answered him.
Or was it merely my unsteady sense of hearing
that drew me away from his harsh words?
Or was it he who held back upon seeing his killers
in the bodies of his family?
Perhaps I still do not know what I know,
and what I should know.
Perhaps everyone has already died,
and my killer,
still mistaking my body,
does not realize
that I am still inside it.
Italiano
NIENTE DI STRANO
Senza alcuna dimora
abito i miei sogni
e, sognando in lingue afone,
cerco ancora l’altro me
rifugiandomi nella penna.
Ancora
è la polvere a guidarmi
nel sentiero delle parole.
L’esistenza non sempre è sogno
e il reale va oltre ciò che sento.
Uno sguardo dà vita al mio essere
stella
che seppur avvolta da coltri d’addii
splende leggera di intima luce.
Volano
le scintille dei miei occhi sollevate dalla passione
e nessuna dissonanza alberga nel mattino.
La mia terra è solo una fotografia,
i miei versi sono segno
che la voce è pari al silenzio
su questa strada non mia.
Fuori di me ogni cosa illumina la notte
dentro il giorno.
Così, sono rimasto a osservare la mia trasfigurazione
senza chiederne il motivo.
Il mio corpo è meridiano all’orizzonte.
Quando un istante di verità rubato alla sua inconsistenza
mi riempie gli occhi del suo indescrivibile mistero,
altrove farfuglio una timida preghiera
o tento invano di tradurre la lingua di mia madre.
CASA
Quando il cuore sbaglia
la strada si fa più chiara,
la ferita dilaga
senza alcuna grazia o melodia.
Sono tigre
destata dal cuore che grida.
Poi
chiedo scusa.
Partire.
Questo l’errore.
Vagherò finché non troverò pace
solitario
e il giorno non saprà di luce.
Un acuto eclisserà il non detto
o l’inverso.
La fame vincerà la sottomissione
a un’immaginazione esausta del mio esistere
in miraggi damasceni.
Ancora
mi sgretolerò nell’illusione di essere a casa
altrove,
presterò al mio viso dettagli trascurabili,
mi volterò senza promesse
partendo
per altre Damasco.
ORE IN GUERRA
II. ERRORE
Un uomo gridava cercando sua sorella.
O forse era il fratello.
Poi la sua voce venne interrotta
e nessun’altra più gli rispose.
Chissà che non fosse il mio fragile udito
a volermi sottrarre
alla sua lancinante scongiura.
Forse fu lui che trattenne il respiro
pensando all’assassino
di quel corpo che era anche il suo.
Forse ancora non so ciò che conosco
né quello che dovrei sapere ancora.
Forse sono già tutti morti,
e così anch’io.
Ma l’anima resiste al suo aguzzino.
Arabic